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- Dicembre 04, 2024
Nasce nel 2000 in provincia di Bergamo. Appassionata fin da piccola alla natura e agli elementi che la circondano, alla fine del percorso liceale scientifico sviluppa un interesse per la sostenibilità e la circolarità. Dopo il conseguimento della Laurea Triennale in Design del Prodotto al Politecnico di Milano decide di proseguire il suo percorso di studi nella stessa università con il corso di Laurea Magistrale in Integrated Product Design. Durante il percorso di studi si è interessata al mondo dei materiali e dei biomateriali, per studiarli, approfondirli ed esplorarli in nuovi campi applicativi. In particolare, alle nuove opportunità che si possono avere per creare un punto di contatto sensoriale tra prodotto-materiale e utente; ma anche per esplorare nuove possibilità a livello tecnico e formale del materiale applicato nel mondo del design.
Abstract
La tesi si propone di indagare le possibili potenzialità delle alghe infestanti come fonte di cellulosa. La loro crescita è un alimento importante per molti esseri viventi e con la fotosintesi liberano ossigeno. Al contrario, le alghe diventano un parassita quando circostanze particolari ne causano una crescita eccessiva, così drastica che fioriture algali si sviluppano e formano tappeti galleggianti. Numerosi studi confermano che le cause principali sono il cambiamento climatico e l’eutrofizzazione delle acque. Le ampie stuoie galleggianti, infatti, impediscono la circolazione necessaria per l’aerazione delle acque profonde e, bloccando la luce, uccidono gli organismi fotosintetici che crescono sotto di esse. Le alghe costituiscono una fonte importante di biomassa, che resta sottoutilizzata rispetto alle piante terrestri, in particolare nelle applicazioni materiche. Lo scopo della tesi è quindi quello di sfruttare al massimo le potenzialità che questi organismi possono dare, anche unendole ad altre fibre vegetali. Questo, per poter esplorare nuovi sostituti alla cellulosa, tipicamente estratta da legno, e valorizzarne l’estetica e la sensorialità per nuove interpretazioni e campi di applicazione.
Thesis progress (Dicembre 2024)
Per iniziare la parte di sperimentazione e creazione di campioni di materiale, le alghe sono state raccolte da un laghetto (Lago di Endine, BG) particolarmente infestato e con aree completamente ricoperte da tappeti di alghe (Fig. 1, 2, 3, 4, 5).
Le alghe sono state accuratamente lavate, più di una volta, e fatte essiccare al sole per un totale di quasi una settimana. Fino ad ottenere una biomassa completamente secca e priva di un qualsiasi residuo non algale (Fig. 6, 7, 8, 9).
All’inizio della fase sperimentale della tesi sono stati fatti dei campioni con sole fibre di canapa trattate con una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio e, in seguito, con un’ulteriore soluzione di acqua e acido citrico per un totale di 5 ore, ad una temperatura elevata (su piano ad induzione in casa). Il trattamento serve per rendere le fibre più pure, per ammorbidirle, e per far sì che esse siano più utilizzabili per processi come quello approfondito nella tesi. Si è voluto partire da campioni con solo fibre di canapa, per capire nello specifico il processo di compressione ideale, prima di utilizzare effettivamente le alghe e per capire le percentuali giuste di amido di mais, usato come collante tra le fibre (Fig. 10,11).
Una volta compreso il processo e gli strumenti ideali per la compressione, è iniziata effettivamente la sperimentazione con la biomassa algale. Anch’esse sono state trattate con una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio e, poi, con una soluzione di acqua e acido citrico, per un totale di 4 ore di trattamento. Da qui, è partita la sperimentazione effettiva di campioni con diverse percentuali di alga e fibre di canapa, fino ad arrivare a campioni stratificati con diversi metodi di adesione tra uno strato e l’altro (fase attualmente in corso) (Fig. 12,13,14,15,16).
Campioni asciugati (Fig. 17,18).